Donne e mafie

Perché questa mostra

La mostra Donne e mafie prosegue idealmente la mostra 150 anni di Italiane del 2011: quarantasei pannelli in cui si racconta la storia di tante donne che hanno fatto dell’impegno contro le mafie una ragione di vita, ma anche di quelle che non sono uscite da una cultura di morte.
La lotta alle mafie non può essere delegata esclusivamente alle forze dell’ordine e alla magistratura. L’attenzione verso i fenomeni di infiltrazione nelle nostre realtà e nelle nostre vite ci riguarda tutti.
Questa iniziativa vuole mostrare la lunga strada percorsa dalle donne fatta di dolore, di fatica, di impegno, per contrastare violenza, sopraffazione, indifferenza: la storia di queste donne ci fa capire che tutte e tutti possiamo fare qualcosa:

  • guardare, ascoltare, parlare; cercare solidarietà in associazioni che possono aiutarci a non lottare da soli.
  • non rimanere indifferenti e passivi di fronte a atteggiamenti di sopraffazione del più debole.
  • guardare, anche dentro di noi, le infiltrazioni nei comportamenti quotidiani: chiedere o accettare “favori” da chi ha più potere ad esempio.
  • scegliere chi amministra la cosa pubblica non delegando, ma assumendo il ruolo di cittadini attivi e partecipi.

Nei mesi di preparazione di questa mostra siamo state a volte scoraggiate dalle storie terribili di cui man mano venivamo a conoscenza e dalla vastità dell’impresa di farle conoscere agli altri. Le tante donne che hanno fatto della lotta alle mafie la loro ragione di vita ci ha spinte a continuare. Le ringraziamo tutte e particolarmente Anna Puglisi, cofondatrice del Centro di Documentazione Peppino Impastato di Palermo e Maria Josè Fava responsabile di Libera Piemonte. La loro consulenza e i loro incoraggiamenti ci sono stati indispensabili.
La mostra è stata presentata alla Casa del Conte Verde a Rivoli dal 3 al 18 marzo 2012, poi è stata esposta in alcune scuole superiori di Rivoli e Torino suscitando interesse e discussioni di ragazzi e insegnanti. Il suo viaggio è proseguito in altre sedi non solo in Piemonte.
Promotori della mostra sono stati l’Assessorato pari opportunità del Comune di Rivoli, la Fondazione Emilio Bonino, il Comitato Resistenza Colle del Lys. Il lavoro di ricerca e di realizzazione è stato curato da Rita Margaira del Comitato Resistenza Colle del Lys in collaborazione con Laura Noce e le donne della Associazione per la pace Gruppo di Rivoli.
La grafica è stata curata da Anna Maria De Corato del Comitato Colle del Lys