Perché questa mostra
È vero, già dalla fine del Settecento i diritti delle donne furono sostenuti da movimenti con Manifesti e Dichiarazioni. Erano iniziative di minoranze che inizialmente ebbero scarsa diffusione tra le lavoratrici. Di notevole importanza il fatto che In questi ultimi decenni la saggistica, nell’interessarsi dei diritti delle donne, ha messo in luce che le gravi deficienze non possono essere compensate dalla presenza delle donne nei vari campi culturali. Non molte donne occupano posizioni di potere in vari settori. Ma sono fatti recenti e il divario con gli uomini resta ed è notevole. Bisogna partire dalla condizione delle donne non nelle attività professionali alte ma nelle condizioni normali dove il loro trattamento nel mondo del lavoro ignora ancora la parità. C’è un divario tra la meritoria saggistica e l’effettiva conoscenza del fenomeno. E inoltre bisogna sottolineare il fatto che sono per lo più le donne che si sono fatte carico di studiare la storia delle troppo spesso “dimenticate”. Questa mostra, con corretto criterio divulgativo, permette di conoscere la qualità e l’originalità che nell’arte hanno avuto le donne. Cura anche la presentazione di libri per approfondire l’argomento. La documentazione fa conoscere situazioni che spesso sono state del tutto ignorate, offese degli elementari diritti con aspetti non solo di ingiustizia ma a volte di vera crudeltà. In tempi lontani la pratica della pittura era scarsamente accessibile alle donne perché scuole d’arte e accademie non ne consentivano l’accesso. Le pochissime che riuscivano a entrare in una bottega esercitavano la pittura a favore del maestro che era di solito il padre: si può parlare di sfruttamento. Molto spesso i padri non si facevano scrupolo di appropriarsi delle opere delle figlie apponendo la propria firma. Questo fenomeno è continuato anche in tempi recenti da parte dei mariti: troverete alcune di queste storie nei pannelli in mostra. Poteva accadere che quelle confinate nei conventi dovessero dedicarsi a un’arte commerciale, miniatura di codici, tavolette devozionali per ricchi benefattori, mortificando il loro interesse espressivo. In ogni caso un fitto oscuramento del merito di molte artiste private di ogni riconoscimento. La condizione di inferiorità in cui era tenuta la donna aveva aspetti di offensiva falsificazione del suo reale valore. Bisogna aspettare la fine dell’ottocento per assistere a un primo miglioramento con il riconoscimento dei meriti: alcune scuole d’arte e accademie iniziano a permettere l’ingresso alle donne. Gli inizi del Novecento segnano un miglioramento con i movimenti di rivendicazione della parità dei diritti e con la possibilità di accedere all’istruzione superiore e artistica.
Francesco De Bartolomeis

Pittrici di oggi presenti alla mostra
